Buonissimi 2023, raccolti 151 mila euro

Grande successo alle Rocce Rosse di Buonissimi, il charity event a sostegno della ricerca scientifica per i tumori pediatrici

Con una staffetta di emozioni e speranze, preparazioni dolci e salate, calici frizzanti e vini fermi, spettacolo e musica, Buonissimi 2023 archivia una quinta edizione da record. Raggiunto l’obiettivo prefissato: il charity event dellAssociazione Oncologia Pediatrica e Neuroblastoma – OPEN OdV, realizzato con il sostegno della Fondazione Giuseppe Marinelli, di tutti gli sponsor e del popolo di Buonissimi, ideato e organizzato da Paola Pignataro e Silvana Tortorella ha raccolto 151 mila euro.

Lunedì scorso una serata straordinaria, che ha ospitato quasi duemila persone se si sommano le brigate dei 180 interpreti della ristorazione italiana, tra ristoranti stellati, gourmet e di tradizione, cantine, pizzerie e locande insieme ad un’intera area dedicata alle eccellenze della pasticceria. La parola magica è stata solidarietà in un appuntamento glamour irrinunciabile che si ripete dal 2017, anno dopo anno, per gli amanti del buon cibo.

Ci piace ricordare la presenza di due protagonisti della gastronomia dell’Agro nocerino sarnese, lo chef executive del ristorante Bluu, Angelo Borghese e dei pizzaioli di Wip, guidati da Domenico Fortino, entrambi noti locali di Nocera Inferiore. “È stata una splendida serata – ha commentato Fortino – che, tra sensibilità, amicizia e prelibatezze enogastronomiche, ci ha messo insieme in un viaggio verso la ricerca in oncologia pediatrica. Una ricerca che ci sta molto a cuore”.

La ricerca

Con Buonissimi 2023 si conclude il progetto triennale CHANCE, acronimo di Five hundred CHildren with cANCErs, per conoscere il panorama di ereditarietà genetica nel cancro infantile e facilitare lo sviluppo di trattamenti personalizzati.«I fondi raccolti dalla OPEN e da Buonissimi vanno a questo progetto, per dare un contributo concreto per migliorare le cure di questa devastante malattia. In che modo? Tramite lo studio del DNA. L’idea è quella di creare in laboratorio, grazie all’ingegneria genetica, cellule tumorali con le stesse mutazioni dei bambini sulle quali sperimentare farmaci e cure», ha spiegato Mario Capasso, Professore in Genetica Medica Università degli Studi di Napoli Federico II e ricercatore presso l’Istituto CEINGE